Trend e-commerce e retail da tenere d’occhio per il 2017

L’e-commerce non dorme mai e non va in vacanza, per definizione. Durante questa estate ho notato alcuni movimenti interessanti, che potrebbero diventare più palpabili nel prossimo anno.

  • Alleanze tra catene di supermercati e Amazon. Unes vende i propri prodotti a marchio direttamente su Amazon Prime Now. Gli stessi supermercati ospiteranno i locker per il ritiro da parte dei clienti Amazon. Potrebbe essere un cavallo di troia, o l’uovo di colombo.
  • NaturaSì vende ora direttamente attraverso Prime Now. E in pratica sembra rinunciare allo sviluppo del proprio ecommerce proprietario. Mancanza di focus o di risorse o chissà.
  • Coop Alleanza 3.0 aprirà un ecommerce di spesa e fresco a Roma (fonte Resto del Carlino di oggi). In generale se Coop non riesce a unificare l’esperienza frammentata in mille siti (c’è anche l’ecommerce non-food, già online da tempo) non sarà competitiva verso millenial e clienti “contemporanei”. Nel frattempo Esselunga è ufficialmente in vendita. E se arrivano gli americani, tipo Walmart? Che sono avanti anni luce in fatto di microsegmentazione, online, mobile, ecommerce?
  • Google Images sarà il nuovo Pinterest di massa. Alcuni segnali di monetizzazione indicano la strada.
  • I pagamenti e il profilo “simil-Amazon” che Facebook con Messenger ha annunciato ieri, possono dare il via al conversational commerce. “ha detto due etti di crudo?” “Parma o San Daniele?” “Parma, sì, grazie” Vi ricorda qualcosa? Ecco, ora è “faccia touch qui per pagare e confermare l’indirizzo di consegna”. E non dimentichiamo iMessage di Apple, che diventa aperta all’esterno. Meno cool, meno mainstream e meno buzzing, ma pur sempre usato dalla più alta fetta di altospendenti online del mondo.
  • L’e-commerce servirà sempre più per vendere offline. Quindi, anche se non vendi, devi far finta di farlo. Perché se non sei online, e non posso confrontare prima di andare in negozio prodotti e prezzi, non ci vado nemmeno, in negozio. Webrooming è più importante di showrooming.
  • Il pick and pay è una modalità sempre più necessaria, quando il tempo risparmiato diventa la principale motivazione di chi acquista online food. Perché le buste pesano. E ci potete andare con la scorta in poco tempo (joking).
  • Il mercato del CPG (consumer packaged good) non potrà non essere interessato dalla modalità digitale di acquisto. Ora una grossa fetta di prodotti di nicchia non entra al supermercato per ragioni di economie di scala. Ma centri di delivery più grandi che servono zone più importanti (vedi i dark store di Amazon) possono rendere interessanti anche piccoli brand, o la nascita di prodotti e linee ad hoc per l’online.
  • Il cliente online compra nella maggior parte dei casi convenienza o esperienza o tempo. Le sottoscrizioni agiscono spesso su tutti e tre i vantaggi, e ho l’impressione che il modello verrà adottato dai pesi massimi, quelli che non sono pure-player del modello. Per questo Unilever ha comprato One Dollar Shave Club.
  • La logistica che vediamo ora è come il Pliocene Inferiore. Consegne precise al minuto, scelte via app, è qualcosa che arriverà presto: non è scienza missilistica, è che gli attuali sistemi informativi sono fermi agli anni ottanta. Se non saranno i corrieri tradizionali, sarà qualcun altro. Potranno trasportare prodotti stoccati in negozio, in magazzino, o delivery da ristoranti o qualsiasi cosa. E anche, come fa Supermercato 24, prodotti che stanno nei supermercati.

Fonte: Minimarketing